Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica  -  Icar 14-15-16

ProArch – L’Università in absentia – invito ad inviare contributi (Termini scaduti)

In questo momento particolare legato alle contingenze della pandemia, la nostra comunità scientifica si vede coinvolta nel garantire l’offerta formativa e l’attività di ricerca universitaria attraverso l’uso di modalità in remoto. Il cambiamento dei metodi, oggi strettamente necessario, ed i riflessi più generali ad esso connessi probabilmente incideranno sull’evoluzione del sistema universitario anche dopo la fase emergenziale. Nelle ultime settimane si è avviata un’amplia discussione nazionale, che ha riguardato le discipline delle “scienze dure” ma non solo, relativa alle ipotesi che si basano sul potenziamento dei mezzi informatici e che considerano la possibilità di applicare stabilmente, almeno in parte, le modalità “in absentia”.

Il Consiglio Direttivo ProArch, in relazione alle specificità disciplinari che vedono direttamente coinvolta la nostra Società Scientifica, ritiene che la peculiarità tecnica e critico-interpretativa della trasmissione del sapere progettuale renda insostituibile la didattica in presenza nei laboratori di progettazione architettonica in regimi ordinari. Una posizione che rientra nella più generale convinzione – del resto sostenuta anche dal Ministro Manfredi – che la natura dell’Università sia “in presenza” e che l’Università, intesa come luogo fisico, consenta le più feconde interazioni scientifiche. Il laboratorio di progettazione – luogo dove avviene lo scambio diretto tra docenti e studenti sulla base di specifiche prassi difficilmente surrogabili – è lo spazio che corrisponde ed invera pienamente questa natura dell’Università. Così la riflessione su come migliorare e rafforzare le potenzialità del laboratorio come sede di interrelazione, anche all’interno di un confronto europeo, diventa centrale oggi (e ciò, anche alla luce delle recenti “aperture” del MUR per un ritorno dei laboratori didattici obbligatori alla modalità diretta, condizioni locali permettendo). Ma appare necessario, alla luce dell’esperienza didattica che i docenti stanno compiendo in queste settimane, indagare anche i limiti e le possibilità che si stanno manifestando nell’uso di modalità alternative.

Il Consiglio Direttivo – che ha ricevuto varie sollecitazioni su tali questioni da parte dei suoi iscritti – intende estendere il dibattito all’intera comunità di ProArch sul tema della didattica a distanza, riferite alle limitazioni riscontrate ma anche alle opportunità e possibilità che tale sistema offre.

In tal senso invita i suoi  iscritti ad inviare le proprie riflessioni, anche sulla base dei documenti allegati (i contributi dei Consiglieri, il documento CUN, l’ultimo documento MUR sulla fase post lockdown), nella forma di un breve documento di 3000 battute (da contenere in una cartella), da trasmettere all’indirizzo mail: info_proarch@progettazionearchitettonica.eu.